Autoclave condominiale: Regole e Funzionamento

L’installazione di un’autoclave condominiale può risolvere i problemi di approvvigionamento idrico in quei condomini in cui l’acqua fatica a raggiungere i piani più alti o nelle zone in cui l’acqua viene razionata. Il sistema è composto, quindi, da una pompa e da un serbatoio. Il flusso è gestito tramite valvole e sistemi di controllo elettrici […]

Manutenzione dell'autoclave

L’installazione di un’autoclave condominiale può risolvere i problemi di approvvigionamento idrico in quei condomini in cui l’acqua fatica a raggiungere i piani più alti o nelle zone in cui l’acqua viene razionata. Il sistema è composto, quindi, da una pompa e da un serbatoio. Il flusso è gestito tramite valvole e sistemi di controllo elettrici che permettono di assicurare la distribuzione idrica attingendo dal serbatoio annesso.

Un autoclave, grazie al serbatoio di accumulo, permette di sopperire a mancanze idriche dalla rete, ma garantisce anche disponibilità di acqua nei momenti di maggior richiesta idrica all’interno dell’edificio.

Autoclave condominiale: la normativa

I riferimenti normativi relativi alle autoclavi in condominio sono sono rappresentati da diversi articoli del Codice Civile, ma anche da alcune importanti sentenze della Cassazione. In particolare, in caso di dispute o semplicemente per permettere una più equa ripartizione delle spese, i riferimenti sono:

  • artt. 1118 e 1123 del Codice Civile
  • sentenza Cassazione n° 7172 del 29/11/1983
  • sentenza Cassazione sezione III n°1389 del 11/02/1998
  • sentenza Cassazione n° 1911 del 23/02/1987

Manutenzione autoclave condominiale: suddivisione spese

Perchè si mantenga efficiente, l’impianto dell’autoclave va sottoposto a manutenzione. Può capitare, infatti, che sporcizia o calcare si accumulino nelle valvole o direttamente nel serbatoio, possono altresì verificarsi perdite o altri malfunzionamenti che necessitano di un intervento di manutenzione.

Nel caso l’autoclave condominiale sia stata installata dalla stessa ditta che ha costruito il condominio sarebbe bene rivolgersi ad essa per far eseguire la manutenzione. È bene ricordare però che la pulizia dell’autoclave non riguarda solo il suo corretto funzionamento. Trattandosi di un sistema che è composto comunque da un elemento di stoccaggio dell’acqua, è fondamentale che questo elemento venga controllato e ripulito periodicamente per non andare a inficiare la qualità dell’acqua che raggiunge le unità abitative.

Essendo l’amministratore di condominio il responsabile della potabilità dell’acqua una volta che questa lascia le condutture idriche cittadine ed entra nel condominio, deve essere sua cura richiedere gli interventi siano essi periodici o per rispondere a richieste specifiche dei condomini stessi.

Installazione autoclave condominio: chi paga?

Se il condominio non possiede già un’autoclave e questa va installata, ci si rivolge a tecnici o ditte specializzati che conoscano ed applichino anche la normativa prevista dal DM 37/08.

Per dimensionare correttamente l’autoclave, in termini di capacità del serbatoio e di potenza della pompa, occorre eseguire calcoli precisi e, per questo, non è un’operazione che i condomini o l’amministratore possono eseguire con il fai-da-te. In più, va scelto il luogo più idoneo, ai sensi della normativa vigente. Il luogo dell’installazione può essere nel cortile condominiale o in un vano tecnico interrato e, questa scelta, può influire sull’iter per l’approvazione dell’installazione della stessa autoclave.

La normativa, infatti, sottolinea che se l’autoclave viene installata in un’area in cui sono già presenti altri impianti e se l’installazione modifica la destinazione d’uso dell’area occorre la cosiddetta maggioranza qualificata; in caso contrario è sufficiente la maggioranza ordinaria.

Per capire cosa succede e come vanno ripartite le spese per l’installazione di un’autoclave ex novo in condominio i due riferimenti normativi cardine sono l’art. 1118 e il comma 2 dell’art. 1123 del Codice Civile.

L’articolo 1123, che disciplina molti aspetti della vita in comune che si fa in condominio, si legge che le spese per “la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell’edificio per la prestazione dei servizi nell’interesse comune” vanno suddivise in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno”. Va quindi applicata la regola dei millesimi per cui ogni condomino pagherà in base ai millesimi della propria proprietà.

Lo stesso articolo però fornisce un’alternativa, aggiungendo “salvo diversa convenzione”: se l’assemblea di condominio ha deciso per un metodo di calcolo diverso, la norma permette di applicare tale sistema di calcolo.

Continuando a leggere, la normativa prosegue nel seguente modo: “Se si tratta di cose destinate a servire i condomini in misura diversa, le spese sono da ripartire in proporzione dell’uso che ciascuno può farne”.

L’installazione di un’autoclave è un’operazione di cui beneficiano tutti i condomini ma, è evidente, in un condominio di 10 piani chi abita al decimo piano utilizza i servizi dell’autoclave più spesso e per più tempo rispetto a chi abita al piano terra: questioni tecniche legate alla pressione idrica, comportano che le unità abitative degli ultimi piani sforzino maggiormente un autoclave affinché l’acqua le raggiunga. Diverse sentenze della Cassazione, tra cui la n°1389 del 11/02/1998 Sezione III, hanno comunque ribadito che tutti i condomini sono tenuti a pagare una quota parte delle spese perché l’autoclave non viene considerata “innovazione” ma parte integrante dell’impianto idrico condominiale.

 

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